#tasty_and_creamy

Chiedilo ai Media

Sono Gilda. Amo scrivere. Sono sicura che la scrittura può salvare dai mali del mondo (oppure crearli, ma fortunatamente  mi occupo di politica). Credo che scrivere sia condividere con gli altri, ma soprattutto con noi stessi.

Sono una mamma, una moglie, una studentessa, un’imprenditrice (sulla carta, non digitale), ma prima di tutto sono una NIP 

-normal inutil people- 

Quanti di voi non hanno mai sentito questa domanda: "Perché sei nervosA?" Il carico mentale è la risposta.

Quando la televisione ti capisce più delle persone

Quanti di voi non hanno mai sentito questa domanda: “Perché sei nervosA?” Volutamente mi sono espressa alla terza persona singolare femminile, perché nevosE siamo noi, le donne, quelle che hanno l’utero, il ciclo, i figli. Mai abbiamo sentito “Perché sei nervosO?”. MAI. Perché il singolare maschile nervoso non lo è mai. Grazie ad Adamo!

Si fatemi una foto quando sono nervosa!

Partiamo dal principio. Superiamo il gap della mela che ormai tutto il mondo è convinto che la colpa del peccato originale ricada su di noi a causa di una mela, mai immaginando che secoli dopo, l’uomo che quella mela morsicò cambiò il mondo della comunicazione tra esseri viventi e non mi esprimo, almeno per il momento, sulla qualità del cambiamento. Mele a parte ci dedichiamo alla motivazione per la quale noi donne, provviste di nervosismo fornito nella confezione al momento dell’acquisto, siamo spesso di malumore.

Tutto dipende dal nostro: carico mentale

quello che nessuno sa cosa è fino a che non gli si dà un nome. Io lo chiamo flusso di coscienza. In cosa consiste? Immaginatevi un flusso di acqua. Pensate a quello che accade al vostro orecchio, ma anche alla vista, quando aprite un rubinetto. 

Bene. La prima cosa che vi è venuta in mente è sicuramente la pressione 

quella che si alza quando tuo marito va a fare la doccia dopo che avete pulito il bagno, che poi diciamolo non è per il fatto che abbiamo pulito il bagno, ma è per il fatto che lui può farla e voi no! A voi le piattole nella pesca a lui tutto bello profumato.

Cucu alle piattole nella pesca

Ma torniamo a noi 

Ora invece pensate alla mente come un labirinto e unite mente e pressione. Che succede? Il patatrac. 

Perché? Semplice il corpo è un organo multisensoriale. Ciò significa che ogni metro quadrato dell’organismo, anche gli organi interni, hanno la capacità di sentire.

Il carico mentale, quindi è una serie ininterrotta di pensieri che attraversano la mente e traducono al corpo un’azione. Helbert Marshall McLuhan, noto scrittore visionario, sosteneva che i media fossero delle metafore proprio perché erano capaci di trasportare – come d’altronde fa una metafora – il mittente il ricevente e il messaggio e al tempo stesso lo trasformano. E se ci pensiamo bene noi siamo come dei media, per esempio come una televisione: conteniamo tutti i generi.

Alzarsi, lavarsi (forse), lavare gli altri, lavare le cose/case (libri, auto, viaggi, fogli di giornale…), scuola figli, bisogni del cane, cucinare, pulire, ripresa dei figli, lavarsi (forse), lavare gli altri, lavare cose. A questo bisogna aggiungere: il lavoro se c’è e se non c’è, il marito che se fa i danni e colpa tua, se non fa niente è colpa tua, se fa troppo è colpa tua; i figli che se non fanno niente è colpa tua, se fanno troppo è colpa tua e se fanno i danni ti devi alzare lasciare tutto ciò che stai facendo (inclusa la cacca se sei una mamma fortunata) e correre. Correre è il primo passo per non farti sopraffare dal carico mentale. 

L’importante è il mezzo, cioè mettersi in movimento, poi se raggiungi il fine poco importa, tanto una donna nervosa qualunque cosa farà sbaglierà. A questo carico quindi va aggiunto il margine d’errore ed il pensiero che ne scaturisce sia prima che dopo. 

Allo stato mentale bisogna necessariamente affiancare la forma fisica: il ciclo, mal di testa ormonali, male alle ossa, spalla, stomaco, patologie conclamate e non (che Giorgia Soleri – aka Giorgia fidanzata di Damiano dei Måneskin – spostati proprio). 

Potrei sciorinare un flusso continuo di eventi esterni, interni e circolari come il luogo di lavoro e la propria casa: sono luoghi sani o vivono specie nevrotiche come te? E poi la scuola dei figli, le chat delle mamme, le attività extrascolastiche, i gonfiabili, i parchi….

Per non parlare dei dialoghi con noi stesse che ci fanno sentire delle pazze squilibrate, be vi sdogano la verità: lo facciamo tutti, chi lo nega mente spudoratamente!

Non voglio fare la femminista che porta rosso su bianco la vendetta per essere state fornite di apparato genitale femminile, non voglio sottolineare il perché le femmine riescono a sopportare il carico mentale grazie allo stabile cromosoma XX rispetto all’instabile XY. Non voglio farne una questione di genere, veramente! Ma almeno non ci rompete le ovaie quando vogliamo vedere la televisione che è l’unico membro (termine non utilizzato per sostituire quello colorito)  di famiglia che ci comprende perché è l’unico che può paragonarsi a noi! 

Tanto non possiamo piacere a tutti, non facciamocene un problema.

n.b. per chi non si sentisse abbastanza rappresentata può raccontarmi tutti i propri carichi mentali. Condividerli può alleggerire. Oppure può in alternativa commentare qui sotto, valgono anche gli insulti.

Sharing makes the difference.

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