#center_of_attention

Ciao Globo digitale

Sono Gilda. Amo scrivere. Sono sicura che la scrittura può salvare dai mali del mondo (oppure crearli, ma fortunatamente  mi occupo di politica). Credo che scrivere sia condividere con gli altri, ma soprattutto con noi stessi.

Sono una mamma, una moglie, una studentessa, un’imprenditrice (sulla carta, non digitale), ma prima di tutto sono una NIP 

-normal inutil people- 

Mi presento in breve. Avrei bisogno di più spazio mediatico per dire tutto di me, poi magari non vi interessa e ho scomodato Bill Gate inutilmente.

Sono Gilda. Amo scrivere. Sono sicura che la scrittura può salvare dai mali del mondo. Credo che scrivere sia condividere con gli altri, ma soprattutto con noi stessi.

Sono una mamma, una moglie, una studentessa, un’imprenditrice (sulla carta, non digitale), ma prima di tutto sono una NIP -normal inutil people- di 41 anni.

Normal un pò come quelli/e mi leggeranno. Inutil come chi sceglierà di non leggermi. A questo proposito voglio essere chiara: non faccio differenze di genere, né tanto meno di normalità, né altrettanto di intelligenza! Per me siete tutti parte di quella categoria di cui sopra: NIP.

Da quando ho cominciato a parlare ho sempre avuto difficoltà a rivolgermi alle persone distinguendone il genere (giuro: potrei dire ad un uomo “brava” e ad una donna “bravo”) perché ho dato importanza al cervello, organo promiscuo (oppure ho dei problemi di linguaggio, ma ci sarà modo di approfondire). Per cui non scassate le ovaie con la storia degli asterischi e delle “e” al contrario capovolte perché se vogliamo dirla tutta nel lontano 2014 ho utilizzato questo carattere speciale per farne un marchio per un’idea spaziale che avrò modo di approfondire nei prossimi articoli.

In più per me le persone sono tutte uniche nel loro genere, la normalità è un concetto astratto e tutti siamo utili e nessuno indispensabile.

Mi piace scrivere di tutto, amo i media, la letteratura, l’arte in tutte le sue forme e tutte queste tre cose mescolate insieme: una convergenza mentale insomma.

Sono alla mia seconda laurea – se unibah non fa i danni burocratici – in Scienze dello spettacolo con una tesi in Storia della televisione e dei nuovi media…a cosa mi servirà? Anche questa domanda (che mi viene posta ogni 2 per 3) avrà la sua degna risposta in un articolo.

n.b. avrò modo di spiegarvi che però non sempre l’età anagrafica coincide con quella biologica senza rubare il mestiere agli scienziati, i tuttologi li lascio su faccia libro.

Amo il mare e la montagna: la seconda passione l’ho ereditata, mentre il mare scorre nelle mie vene salentine. Potrei morire senza il suo profumo e infatti dopo una parentesi romana (al mare di Ostia) sono tornata in Puglia con i funghi sulla schiena.

Sono un’incredibile romantica, tuttavia da quando ho 2 figli sono più nevrotica è per questo che la condivisione mi fa sentire meno sola in un universo di persone nevrotiche. Dico sempre che la maternità mi ha cambiato…in peggio. Basta essere falsi e moralisti, con tutto il rispetto per chi non può avere figli, credetemi, lo dice una che secondo una dottoressa avrebbe dovuto adottare, ma qualcuno dovrà più dirlo: la vita con bambini è bellissima è vero, però dite addio ad un sacco di cose, al sonno in primis e non le canoniche 8 ore, seh quello è utopia pura. Non preoccupatevi ci sarà modo di elencarle tutte, è una minaccia. Ah ecco odio i falsi moralisti! Tutti paraderetani (mamma mia che spreco di parole).

Sarà difficile per me non esprimermi in maniera colorita,  vi prometto che mi impegnerò a farlo, al momento dono 1€ al salvadanaio della vacanza familiare per ogni parolaccia detta, cercherò di utilizzare sinonimi che si avvicinano il più possibile alla realtà perché, ahimè il mio è un bisogno, un’esigenza. La parolaccia esplicita il significato nascosto tra le parole vera e mente.

Ridere ti salva dai guai, se ridi di te stessa allora sei a buon punto.

Con questa citazione vi saluto. Se avete domande o curiosità lasciate un commento. Potete anche insultare, vi sfido, vediamo chi è più brava/e/i/o/u. Attenzione c’è solo una regola non usare termini squallidi come sostiene Selvaggia Lucarelli. Date prova di voi stessi alla ricerca del sinonimo più congeniale (sappiate però che “membro” in sostituzione della parola che inizia con la “c” è davvero banale, potete fare di più)

Sharing makes the different

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