La mia multiprofessione

Sono Gilda. Amo scrivere. Sono sicura che la scrittura può salvare dai mali del mondo (oppure crearli, ma fortunatamente  mi occupo di politica). Credo che scrivere sia condividere con gli altri, ma soprattutto con noi stessi.

Sono una mamma, una moglie, una studentessa, un’imprenditrice (sulla carta, non digitale), ma prima di tutto sono una NIP 

-normal inutil people- 

Vuoi una multiprofessione? Io ne ho venti! Non sarò stanca nemmeno quando dirò un altro si. Sempre se lo voglio davvero.

Non ho nulla da desiderar… vuoi una laurea? Io ne ho venti.

Io ne ho venti…ma lassù, cosa mai ci saràààà.

Certo con la famiglia qualunque cosa fai non è quella giusta però quando la famiglia è in difficoltà…ecco arriva Gilda Ammicca con la professione nel gilet eh eh.

“Mamma lei mi ha detto scemo ed io l’ho colpita” Chiedo venia alle istituzioni, ma se codeste hanno insegnato che per ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria è ovvio che questi bambini recepiscano l’insegnamento a loro piacimento. Sono o non sono delle spugne sanguisuga? Dunque cerchiamo di essere più precisi. Comunque per salvare la mia famiglia da una guerra mondiale rispondo “Tranquilli amori, con la mia laurea in medicina posso curare le vostre ferite e con quella in giurisprudenza emetterò una sentenza che punirà il colpevole”.

Ma neanche 2 minuti dopo “Amore la camicia si è irrimediabilmente sporcata di sugo” E checazzo maritinomio! Ma perché non ti cambi quando vuoi fare lo chef dei miei stivali come un Alessandro Borghese del profondo sud e spadelli ad capocchiam? Ci credo che poi ti sbrodoli come un neonato quando vai a fare l’assaggio. Nonostante il mio cervello dica A, in realtà respiro profondamente e lo rassicuro “Tranquillo amore ci sono io Svanish, la bella lavanderina moderna che porta la roba da smacchiare a mammà, guarda qua guarda là e in un attimo svanirà.” Perché per la proprietà transitiva sicuramente la mamma sarà brava quanto la figlia a perculare il marito. E come un qualsiasi dipendente della pubblica amministrazione so fare bene il mio lavoro: delego.

“Mamma cara” chiedo “posso portarti le camicie di questo bipede che non sa mettersi nemmeno un grembiule quando lo spirito divino di un santo lo illumina per fargli fare qualcosa?” E ovviamente la mamma pluri-professionista risponde “Certo figlia sono qui per questo altrimenti a cosa servono le mamme”.

Sempre il bipede “Cara qui non si capisce niente non riesco a trovare la camicia blu che metto sempre”. Cervello mio fatti da parte non dire “forse perché la metti sempre e sicuramente la trovi cesto del bucato sporco?” piuttosto rispondi “Tranquillo amore faccio la personal shopper ne ho comprate 7 così potrai indossarne una al giorno”.

“Mamma mamma la pasta non mi piace” Ho fatto il riso “Mamma mamma il riso non mi piace” Ho fatto la carne “Mamma mamma la carne non mi piace” Ue belli andate dalla nonna. Chiamo mia madre in preda ad un attacco isterico che Filippo Nardi del GF 2 spostati e dico “Mamma, scusa se ti disturbo ancora, ma i tuoi nipoti chiedono di te vorrebbero pranzare con i nonni, te li mando” e come un pilota di formula uno aggiungo “preparati perché sono già sotto casa” La mia carissima mamma, ignara di ciò che sta per capitarle mi risponde “Certo figlia sono qui per questo motivo, cosa preferiscono?” “Mamma cara, decidi tu loro mangiano tutto” mento.

Messi a posto i figli, eccolo là il bipede che esordisce con “Amore, dove trovo quel pantalone che ho messo al matrimonio di tuo fratello?” Ma ora chi glielo dice che mio fratello si è sposato 6 anni fa e che nel frattempo LUI – il bipede – ha voluto risistemare qualcosina in casa facendo delle vere e proprie ristrutturazioni tipo Exteme Makeover home edition? così mi viene in mente solo “La dieta delle mele non ha funzionato ricordi?”

Oh no, era il suo pantalone preferito e come faremo? Lo cambieremo amore! Mi trasformo in razzo missile con circuiti di mille valvole e da mentalista da strapazzo dico “Trovati un altro cazzo di pantalone preferito e non farmi salire il ciclo al cervello che so cazzi amari per tutti!”. Strano, ma riesco a convincerlo.

I bambini andati, il marito vestito e invece no! Non c’è più tempo per spiegare che eccolo tutto intolettato – vestito di tutto punto – con l’avvitatore in mano vuole appendere quel quadro appoggiato all’ingresso da prima che venissimo ad abitare in questa casa e mi dice con un aplomb da critico d’arte “Amore, secondo te il buco per appendere il quadro lo faccio a destra o sinistra?” Mio tesoro fantastico, se non rischiassi il carcere il buco te lo farei in fronte, ma io dico, vieni a chiedere proprio a me che per sapere quale è la sinistra o la destra mi sono tatuata la fede? Poi però, prevedendo la risposta al mio “non lo so”, immaginandomi come Rose in Titanic – 84 anni dopo – con il quadro appoggiato al battiscopa di casa mia, prendo un pennarello e faccio un segno bello grosso: “Buca qua” e taaac sono diventata pure tuttofare.

Dove vuoi che ti faccia il buco?

Arriva il pomeriggio e divento insegnante chiedendomi come facciano oggi le insegnanti a non mettersi in malattia dal 18 settembre! Sti bambini sono degli esaltati e non solo mentali. Si vogliono muovere sempre, non stanno mai fermi, da averci la nausea tipo ne l’ultima tempesta. Ma noi eravamo così? chiedo a mia mamma. E lei mi dice “No figlia mia, eravate peggio!” Ah quindi si sopravvive a tutto questo? “Si certo” risponde mia madre “quando ve ne andate alle case vostre!” Svengo.

Non è finita qui! Chi accompagna i bambini alla danza, al nuoto, a musica, alla festa di tizio, al museo delle cere, al laboratorio di arte creativa, all’incontro con gli alieni, a casa della tipa, al concerto di San Giovanni. Eccomi presente sempre io l’autista Ambrogia di ho un certo languorino.

Insomma belle di casa, professioniste e non, non saremo mai come ci dipingono sulla confezione del brodo star 70 anni or sono, con collana di perle e sorriso smagliante, benché non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro si… se lo vogliamo!

E voi? Che professioni avete nel vostro curriculum?

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