Premetto da subito che questo articolo non ha il solito tenore leggero, ma per chi come me ama la televisione Costanzo sarà per sempre uno di quei personaggi immortali: storia ancor prima diventarlo per davvero.
“Abbiate sempre progetti…il cervello in movimento”. -Maurizio Costanzo
Cosa ricordano di Costanzo i tuttologi?
La sua amicizia con la famiglia Berlusconi (si, ma poi non lo votava). E non lo vuoi dire che faceva parte della P2? E certo! Ma, mica tutti lo sanno, perché leggono e vedono ciò che le loro menti chiuse vogliono vedere, che lo stesso Costanzo fece un’ammissione di cretinismo – così la definì lui – durante un’intervista per “la Repubblica” confessandosi.
Era il 1977, agli esordi di Costanzo e della sua formula, ora meglio conosciuta come “Maurizio Costanzo Show”. Nello spazio limitato dello Studio 11 della Rai a Roma andava in onda “Bontà loro”, un programma nuovo caratterizzato da una particolare contaminazione di generi chiamato infotainment (informazione + intrattenimento) e da un nuovo stile: la prossemica. In questo piccolo studio Costanzo intervistava svariati personaggi, tra questi desiderava intervistare Licio Gelli, un faccendiere nostrano a capo della Loggia massonica.
Lungi da me fare pipponi sulla teoria del giusto o sbagliato, ne tanto meno addentrarmi in un terreno così spinoso e frastagliato e magari cadere nella tentazione di farmi un selfie con il morto, per carità!!! Non si fa.
Ora, sebbene Costanzo abbia affrontato con leggerezza l’iscrizione alla P2 e la smentita con successiva ammissione di pentimento, egli ha pagato le conseguenze. Ha smesso di fare ciò che più gli piaceva – il giornalista innovativo – ritirandosi in solitudine. Non fu mai però lasciato solo ed anzi, grazie al compianto Enzo Biagi (ed altri intellettuali), riuscì a far passare la nottata riprendendo in mano la sua vita e la sua professione. E menomale, aggiungo, perché dopo quel Costanzo lì, abbiamo avuto un Maurizio diverso.
Se in quel gruppo si fosse trovato per spavalderia e ingenuità oppure per moda e troppa imprudenza, questo non ci è dato da sapere e direi, vediamola come ci pare , alla fine con quel gruppo non aveva niente in comune. Badiamo bene però che il punto non è “perché” bensì “e poi”. Cosa è successo poi? Che ha fatto questo cattivone?
Il punto è che siamo un popolo pronto a seguire la cosa giusta decontestualizzando, siamo pronti a fare i bulli anche con le persone morte, però siamo in prima fila a difenderle e a contestare i due soggetti che fanno il selfie con una Maria nazionale distrutta.
Siamo fatti così, e no, non è il titolo del noto cartone animato che parla del corpo umano, ma in un certo senso è ciò che ci giustifica. Ci sentiamo invincibili quando una persona “cattiva” muore sparando a zero sulle pagine dei nostri social, poi in un attimo diventiamo paladini dell’umanità e dei diritti civili.
“Siamo fatti così dentro abbiamo un cuore solido motore, siamo fatti così trentadue bei denti candidi e splendenti” Anima e corpo, buono e cattivo. Niente di diverso da ciò che è stata la persona Maurizio Costanzo. La cosa che non abbiamo capito è che siamo tutti fatti così.
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